Beady Eye-Oasis anticipatiiions

MANCHESTER - Yesterday in Manchester, "top nipple" ahaha

Will you Noel blinded fans finally come out of his old ass or should we call an exorcist?!?!?! (needed for the haters too)
"esci da questo culo...!" ahahaha
"Noel Gallagher is a genious" (be precise: godlike genius award WITHOUT people voting). I can't understand that word 'cause I'm a foreign person so I looked for it on the dictionary:
"It is often the case that idiots describe someone as 'genious' but are ironically ignorant to the fact that the word is spelt 'genius' - much to the amusement of us intelligent people."
"Like, woah, yeah man, he's like, such a genious, dude!"
"Well, he's retarded..."

Here's one of my anticipatiiiions: Beady Eye will tour, and that's normal, then Noel will not publish a new album, and that's nothing new (nothing new even if he's publishing an album... he just has to find some other old stuff from old sessions), then in 2015 BE will not publish another album, as they never really had a break since 2009, between tours and studio (and there is still the Longest Cocktail Party film thing to do, with Pretty Green clothes and maybe Beady Eye music), so there could be that famous Oasis reunion for some shows, as Noel planned it in a video some months before the split (the fans memory sucks), the "5 year break after the Milan gig"... you cheeky bastard.

3 other (very) positive reviews, and they're 12 now (at least those we've found)

recensioni

Niente nudo, siamo inglesi. La copertina di Be, il nuovo album dei Beady Eye, il gruppo dell'ex voce degli Oasis, Liam Gallagher, uscito ieri in tutto il mondo e arriva nei negozi britannici in versione censurata. La donna seminuda in copertina, una foto davvero casta, scattata dal famoso fotografo Harry Peccinotti, famoso per i suoi calendari Pirelli degli anni Sessanta, è stata ritenuta troppo scandalosa ed è stata coperta con un adesivo. «Ma non è una cosa porno», si è difeso Liam, e ha ragione. Di fronte a questo disco dei Beady Eye non si scandalizzeranno nemmeno i fan degli Oasis, quelli che boicottano il gruppo di Liam nella speranza che torni insieme al fratello maggiore Noel e riformi la band di Don't look back in anger. Difficile una reunion dei due fratelli-coltelli di fronte a un disco così bello, addirittura migliore delle ultime prove degli Oasis. Il piccolo Gallagher, infatti, insieme a Gem Archer, Andy Bell e Chris Sharrock nel corso degli ultimi due anni hanno lavorato a questo robusto album rock, dopo l'uscita del loro esordio nel 2011 e lo scioglimento degli Oasis nel 2009. Quest'anno, a completare i Beady Eye, si è aggiunto Jay Mehler, ex membro dei Kasabian, come bassista. Ma il vero asso nella manica è il produttore Dave Sitek, già negli strepitosi TV On The Radio e responsabile del suono indie-rock-blues degli Yeah Yeah Yeahs. «Lavorare con Sitek ha mosso qualcosa in noi», ha detto Liam, mai così a fuoco, come cantante. «È senza dubbio il miglior produttore con cui abbia mai lavorato. Abbiamo trovato nuova concentrazione, mentre scrivevamo l'album. Ci siamo immersi nel lavoro con lucidità, a differenza degli anni '90 (una frecciata agli Oasis, ndr)». Gli fa eco Sitek: «Questo è un disco davvero cool. La forza dei pezzi è così potente che abbiamo davvero potuto sperimentare a 360°. Le capacità vocali di Liam sono incredibili: tutto quello che devi fare è accendere il microfono e suona già come sul disco; non c'è bisogno di nient'altro». Per una volta le dichiarazioni entusiaste dei musicisti coinvolti sono sincere: BE è una vera bomba, con l'iniziale Flick of the finger, pesante come un brano dei Velvet Underground arrangiato con i fiati della Stax; seguito da una canzone insinuante come Soul love, tra i Beatles di Sgt. Pepper e un gruppo indie-rock, con suoni ammalianti e un groove eccellente. Con Face the crowd si torna ai Faces e agli Who, ma è con Second bite of the apple (scelto come primo singolo) che si torna all'avanguardia pop-rock con un brano che davvero mostra l'evoluzione della band di Liam. E sono così tante le canzoni riuscite di Be che bisognerebbe citare l'intera scaletta.


Liam Gallagher torna in sella con i suoi Beady Eye, e stavolta la sensazione è quella dell’ultima chance. Dopo l’esordio positivo ma troppo monotono di Different Gear Still Speeding i nostri affidano tutte le loro speranze a questo secondo disco in uscita, prodotto da Dave Sitek, la mente dietro band contemporanee di successo come i TV on the Radio e Yeah Yeah Yeahs. Il produttore americano ha sposato la causa del gruppo del minore dei fratelli Gallagher con estrema serietà e ha plasmato la maggior parte dei pezzi, rendendoli più atmosferici (la band ama sottolineare il concetto di “spaziali”) e caldi, salvandoli da una produzione di nuovo povera di idee originali.
BE suona come un disco acustico passato attraverso una sonda N.A.S.A., con pezzi dalle melodie basilari e semplici ma condite di latenze spazio-temporali. Flick Of The Finger è un pugno in pieno stomaco, un pezzo degno di un action-movie targato Bruce Lee degli anni ’70, con fiati pomposi e gong a tutto spiano, mentre la voce di Liam sembra più decisa che mai (per tutto l’album si noterà la quasi totale assenza di riverberi e delays alla sua voce, quasi come prova di forza contro i suoi detrattori). Soul Love è un western acusticizzato, dove la batteria ipnotica e acustiche ridondanti la fanno da padrone, un pezzo melanconico con una scìa malinconica e…spaziale (è il caso di dirlo, ascoltare per credere).
Face The Crowd è un pezzo tirato che mischia Kinks e Doors del primo periodo, con piani elettrici e chitarre dai toni altissimi e aspri, un pezzo di respiro di “casa” per i nostri. Il primo singolo è Second Bite of the Apple, un brano modificato in modo massiccio da Sitek, con una intro a la Zombies (Time Of the Season), per poi aprirsi in distorsioni e fiati accompagnati da una chitarra Wah dal sapore Hendrixiano. Soon Come Tomorrow ripercorre le atmosfere di Soul Love, con echi pinkfloydiani e con chitarre riverberate che fanno da tappeto.
Iz Rite è il pezzo più “oasisiano” del disco, riporta alla mente All In The Mind, presente nel quinto album da studio degli Oasis, Heathen Chemistry.I’m Just Saying è un’altro pezzo movimentato (un po' pochini all’interno del disco), spensierato e chitarroso (i coretti “numerati” finali potevano essere risparmiati…) [ma che cazzo dici...]. Don’t Brother Me era il pezzo più atteso dai fan dei fratelli Gallagher, un testo chiaramente scritto per il fratello maggiore dei Gallagher, quel Noel che ha scalato la classifica con il suo esordio discografico da solista con gli High Flyin’ Birds appena un anno fa [ha scalato la classifica britannica, dove è un media darling... disco totalmente americano con chiaro obiettivo gli USA, che è arrivato 28°]. Frasi come “in the morning I’ll be calling/ come on now, give peace a chance/take my hand, be a man” lasciano intendere da parte Liam una voglia di riappacificarsi. Per il resto l’outro finale del brano è tutta da gustare, ovviamente super-spaziale (sic!).
Shine a Light è un esperimento poco riuscito di ritmica e non lascia il segno, così come Ballroom Figured, ennesimo pezzo acustico stile Travis, che questo lavoro lo sanno fare bene e meglio. Start Anew è una giusta chiusura del disco, una ballata beatlesiana di stampo lennoniano che non sfigurerebbe come prossimo singolone spacca-radio, c’è da scommetterci.
In definitiva il matrimonio Beady Eye-Sitek ha funzionato più che bene, un maggiore spazio al produttore avrebbe reso questo disco da buono a ottimo, ora non resta che aspettare il prossimo album di Noel [seeeeee campa cavallo... deve trovare qualche pezzo vecchio di 10 anni da altre sessioni, scritto con Gem...], in attesa della reunion Oasis prevista per il ventennale di (What’s The Story) Morning Glory?, fra due anni.


SEGNI PARTICOLARI: secondo prova sulla lunga distanza per i 4/5 dei componenti degli Oasis che hanno scelto di vivere una carriera artistica propria, indipendentemente dagli umori di Noel Gallagher.
INGREDIENTI: il Sitek from Tv On The Radio, una presenza forse più spirituale che tangibile nei solchi del disco, non è un nome buttato a caso. I Beady Eye grazie ad alcuni, saggi, consigli del produttore fanno dei modesti ma precisi passi avanti verso un sound meno improvvisato e/o imperniato sulla reiterazione di accordi e ritornelli privi di soluzione di continuità tipici del precedente Different Gear Still Speeding. Il disco, per quanto non sconvolgente, alla fine è un semplice brit-rock come forse non se ne fa più (sarà questo un decisivo punto a favore?), spruzzato di qualche acidità atta a rendere accattivante il riascolto. La forma canzone è eterogenea, si spazia dalla cavalcata condita di ottoni, fino alle fulminanti scariche rock da arena, passando per il caro vecchio asso nella manica di casa Gallagher: l’acustico.
DENSITÀ DI QUALITÀ: fondamentalmente, la differenza con il primo disco dei Beady Eye e con quello di Noel G. è che questo ha un numero maggiori di buoni pezzi rapportati sul totale. E’ paradossale, ma verosimile, che facendo ascoltare questo disco ed il primo di Noel in versione strumentale ad ignari ascoltatori, almeno 3 su 5 direbbero che quello più accostabile alla produzione Oasis sia questo [sarà mica perchè i veri Oasis sono i Beady Eye eh... 4/5]. Forse non tanto psichedelico e a tratti rabbioso come Dig Out Your Soul (2008), ma senza dubbio in grado di giocarsela quanto meno ad armi pari con tutto ciò che gli Oasis hanno fatto dal 2000 in poi. Perché? Beh, perché liberi dal trauma della separazione e dall'urgenza di scrivere al più presto dei pezzi per un disco (il primo), il talento compositivo del trio Gallagher-Bell-Archer mostra buona parte di quello che è un potenziale senza dubbio destinato a crescere. Emblema di questo assunto è il pezzo di apertura e quello finale: Flick Of The Finger, scritto a tre mani, è forse il brano più avvincente e originale dell’intero repertorio e il semi-acustico Start Anew (che segue un altro acustico di categoria superiore, Ballroom Figured) riporta alla mente, grazie ad un lavoro insolitamente sobrio di Liam alla voce, le magie di piccole gemme quali Married With Children. Il pregio maggiore del disco è nella limpidezza delle idee (Iz Rite colpisce subito e Soul Love dona quella sensazione di sospensione agro-dolce che non tutti si sarebbero aspettati dalla penna di Liam) e nel non crollare quando arrivano gli inevitabili passaggi a vuoto: Don’t Brother Me non è male ma il canto è fuori luogo, Shine A Light ha un bell'incedere, quasi alla Primal Scream, ma un chorus che appesantisce troppo il risultato finale, I'm Just Saying ha dei backing vocals grossolani e un testo ancora peggio. Di certo non si può diventare John Lennon a 40 anni, ma è ovvio che l’applicazione, la passione e la voglia di non licenziare un disco solo come movente per un tour fanno la loro parte nella riuscita di un LP più che dignitoso. Un consiglio: recuperate i pezzi extra delle varie versioni del disco che girano.
VELOCITÀ: si vola e si plana.
IL TESTO: "Shovin' our lovin' away, Leaving our light on the side Never once looking to say,"We got the ride of our lives", da Ballroom Figured.
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